L'ammoniaca (NH3) è stata uno dei primi refrigeranti utilizzati per il
funzionamento degli impianti frigoriferi.
Solo l'avvento dei refrigeranti di natura chimica (CFC,
HCFC e HFC)
ha contribuito, a partire dal 1930, alla messa in disparte di tale fluido.
L'ammoniaca dalla sua può offrire eccellenti proprietà di trasporto del calore, avendo un
calore latente di evaporazione
molto elevato.
Inoltre, essendo un refrigerante naturale (come l'anidride carbonica e gli
idrocarburi) non risulta avere alcun impatto sull'ambiente, né per quanto
riguarda il buco dell'ozono né per quanto riguarda
l'effetto serra.
Di contro, essa risulta essere infiammabile, tossica per l'uomo, presenta un odore pungente che può provocare panico se percepito in luoghi
affollati. Inoltre non può essere utilizzata in componenti frigoriferi costituiti in rame.
In caso di fughe di ammoniaca, c'è il rischio che gli alimenti conservati possano venire contaminati o che si creino situazioni di panico nei
luoghi affollati.
Per tali motivi gli impianti ad NH3 raramente sono ad espansione diretta. La soluzione tecnologica preferita è quella a fluido
secondario o con acqua glicolata o, secondo recenti sviluppi, con anidride carbonica.
L'ammoniaca trova larga applicazione negli impianti frigoriferi industriali, nelle celle frigorifere di grandi dimensioni, nei supermercati,
negli impianti sportivi (palaghiacci, ecc.).
La conduzione e la manutenzione di tali impianti va affidata a personale tecnico specializzato in possesso di specifici requisiti.
L'ammoniaca viene identificata dall'ASHRAE
con la sigla R717.
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