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La storia del Protocollo di Kyoto |
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12 dicembre 2015
Conferenza di Parigi:
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Tutte le delegazioni dei 195 Stati presenti a Parigi hanno dichiarato piena adesione ai termini dell'accordo COP21, la Conferenza sul clima organizzata dalle Nazioni Unite. Già questo, visto come erano andate le cose in passato, è un record.
Tre i punti fondamentali dell'accordo: revisione ogni 5 anni sul taglio delle
emissioni nocive, stanziamento di 100 miliardi di dollari all'anno fino al
2020 per i Paesi in via di sviluppo per
poter rispettare le disposizioni dell'accordo, contenimento dell'aumento
della temperatura di 2 °C entro il 2020, anche se si cercherà di contenerlo a 1,5 °C. Il documento che sancisce l'accordo
sarà aperto alla firma presso il quartier generale delle Nazioni Unite dal
22 aprile 2016 al 21 aprile 2017. Rimangono, però, alcuni dubbi: come verranno reperiti i 100 miliardi di dollari? Quale organismo controllerà se effettivamente le singole nazioni limiteranno in futuro le emissioni di gas serra? Quali provvedimenti verranno adottati per i Paesi che non saranno in gradare di rispettare l'accordo? Gli ambientalisti non manifestano la stessa particolare soddisfazione per l'accordo dimostrata dalle delegazioni dei singoli partecipanti, in particolare dell'Unione Europea, una delle più convinte sostenitrici.
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Il
refrigerante
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12 novembre 2014 L'accordo bilaterale fa
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Cina e Stati Uniti, le due potenze responsabili del 45% delle emissioni totali di anidride carbonica del globo, sono pronte a collaborare per salvare l'ambiente e prendono impegni precisi per la loro riduzione. La Cina, per la prima volta, dichiara l'obiettivo di raggiungere il picco delle emissioni nel 2030 e di cominciare a tagliarle da quel momento in poi. Entro quella data, ha annunciato il presidente cinese Xi Jinping, le cosiddette fonti energetiche pulite, come il solare e l'eolico, potrebbero rappresentare il 20% della produzione totale cinese. Gli Usa, da parte loro, confermano
che entro il 2025 taglieranno le loro emissioni del 26-28%. Gli Stati Uniti
raddoppieranno la velocità del loro attuale tasso di riduzione degli
inquinanti, che ha visto le emissioni di biossido di carbonio diminuire di
circa il 10% rispetto al livello del 2005.
In Cina il problema è il carbone, che attualmente rappresenta il 70% del fabbisogno di energia del Paese, che è in rapido sviluppo. In futuro la Cina si impegna a costruire più impianti nucleari, parchi eolici e dighe idroelettriche, oltre a iniziare a impiegare più energia solare.
L'intesa tra i due Paesi fa sperare che si potrà firmare un accordo vincolante anche tra tutte le nazioni del mondo che si riuniranno nel 2015 a Parigi per la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, a differenza di quanto è stato fatto a Copenhagen nel 2009.
L'accordo raggiunto, però, non significa che il problema dell'effetto serra sia risolto. Esiste un altro grande paese inquinatore, l'India, che nel tentativo di ripetere il successo economico della Cina, consuma sempre più carbone. Australia, Canada e Giappone sono restie a ridurre le loro emissioni. Inoltre, nessuna nazione o unione di paesi (come l'Unione Europea) sta riducendo l'inquinamento in modo sufficiente.
Secondo simulazioni compiute, la probabilità di mantenere l'aumento della temperatura media globale sotto la fatidica soglia di 2 °C entro il 2100 è inferiore all'1%. Per tale data è più probabile che l'incremento sarà di quasi 4 °C.
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Vertice di Doha:
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I 200 Paesi partecipanti al vertice sui cambiamenti climatici a Doha (Qatar) hanno preso un nuovo impegno a partire dal 1° gennaio 2013, ai sensi del Protocollo di Kyoto che, a conti fatti, sarà l’unico impegno climatico attivo in attesa che nel 2020 entri in vigore il nuovo accordo vincolante sulle emissioni.
A prendersi
l’impegno con un Kyoto-bis saranno unicamente Unione Europea, Australia,
Svizzera e Norvegia, responsabili insieme solo del 15-20 per cento delle
emissioni di gas serra. Gli Usa sono i grandi assenti dal protocollo di
Kyoto. Assieme a India e Cina, anche loro esentate, rappresentano i due
terzi delle emissioni globali. Per non parlare dei Paesi del Golfo e dello
stesso Qatar che ha ospitato i lavori, i più grandi inquinatori pro-capite.
Nel Doha Climate Gateway i paesi sviluppati hanno ribadito il loro impegno a mantenere le promesse fatte continuando a sostenere i finanziamenti climatici a lungo termine al fine di mobilitare 100 miliardi di dollari sia per l’adattamento e la mitigazione entro il 2020. Per ora però sono solo parole su carta, con la promessa di definire tutte i tecnicismi del caso a partire dal 2013.
L'accordo a cui si è giunti prolunga il Protocollo di Kyoto di altri otto anni, introduce nuovi principi sulla compensazione di perdite e danni e apre la strada ad una azione sul clima pù' ampia redigendo un nuovo accordo climatico universale per il 2015. La riduzione delle emissioni di CO2 proseguirà ino al 2020, con l’obbligo di ridurle fra il 25 e il 40 per cento rispetto ai livelli del 1990.
“Il bicchiere di Doha è per tre quarti vuoto e per un quarto pieno”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “Invece di fare un passo avanti, la comunità internazionale ha fatto un passo indietro perché non si è riusciti a trovare un accordo in grado di dare concretezza e continuità agli impegni presi con il Protocollo di Kyoto”.
Una serie di studi pubblicati
recentemente ha mostrato che, per esempio, il ritmo di scioglimento dei
ghiacci al Polo Sud e in Groenlandia è triplicato nell’ultimo decennio e
l’innalzamento del livello dei mari, seppure limitato finora a 11
millimetri, sta accelerando in misura rilevabile in modo certo. Altro dato,
i primi 11 mesi del 2012 sono stati i più caldi di sempre negli Stati Uniti,
e l’anno si avvia a battere il record del 1998. |
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18 dicembre 2009 Conferenza di Copenhagen:
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Al vertice Onu che doveva fissare gli
obiettivi in tema di lotta ai cambiamenti climatici allo scadere della
validità del Protocollo di Kyoto è saltato l'accordo finale.
Al termine della Conferenza c'è stato un accordo tra
Usa, Cina, Brasile, India e Sudafrica, al quale
, però, non hanno aderito tutte le nazioni. Le conclusioni della
Conferenza non sono state tecnicamente adottate, né approvate. Non
risultano, quindi, essere vincolanti, né politicamente né legalmente. Non è
stata nemmeno istituita un'autorità in grado di controllare il rispetto dei
tagli alle emissioni.
Il Parlamento UE ha espresso grande delusione per le conclusioni a cui si è
giunti. I termini tecnici dell'accordo sono i seguenti:
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9 marzo 2007 L'Unione
Europea
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I 27 Paesi dell'Unione Europea
hanno fissato l'obiettivo volontario e vincolante di ridurre del 20% entro
il 2020 le emissioni di gas serra. Questo oltre alla riduzione dell'8% entro
il 2012 fissato dal Protocollo di Kyoto. |
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16 febbraio 2005 In vigore il Protocollo |
Entra ufficialmente in vigore il
Protocollo di Kyoto nei 141 Paesi, di cui 39 industrializzati, che fino ad
ora l'hanno sottoscritto.
L'entrata in vigore del Protocollo non comporta degli obblighi per tutti i Paesi:
Per le riduzioni, i Paesi devono migliorare l'efficienza delle centrali elettriche, incentivare il risparmio energetico, incrementare le fonti rinnovabili di energia, aumentare le superfici forestali che assorbono l'anidride carbonica. Attualmente l'Italia deve tagliare di circa il 13% le sue emissioni di CO2. L'obiettivo di diminuire le emissioni del 6,5% rispetto al 1990 risulta peraltro attualmente non raggiunto.
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Mosca - Ottobre 2004 La Russia ratifica il Protocollo |
Anche la Russia ha aderito al
Protocollo di Kyoto. La seguente tabella riporta, per ogni nazione, le emissioni di sostanze inquinanti del 2001 rispetto al 1990 e le riduzioni che invece si propone il Protocollo di Kyoto.
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Bruxelles - Marzo 2002 L'Unione Europea
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Come programmato nella Conferenza
sui cambiamenti climatici, svoltasi a Marrakech nel novembre 2001, l'Unione Europea ha dato il
via libera definitivo al Protocollo di Kyoto per quanto riguarda la
riduzione delle emissioni dei gas che provocano l'effetto
serra. Al Protocollo di Kyoto hanno aderito 87 Paesi per
porre un limite alle emissioni di gas ad effetto serra (anidride
carbonica, metano, ozono, protossido d'azoto, fluorocarburi).
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Marrakech, 9 novembre 2001 Accordo sulla riduzione |
Con l'obiettivo di rendere attuabile il Protocollo di Kyoto del 1997, si è svolta a Marrakech la Conferenza dei cambiamenti climatici. L'accordo a cui si è giunti impone a 39 Paesi una riduzione del 5,2%, entro il 2010, delle emissioni di anidride carbonica e dei gas che vengono ritenuti responsabili dell'effetto serra. Per la riduzione della presenza di anidride carbonica nell'atmosfera è stata riconosciuta l'importanza dell'opera di riforestazione. Inoltre, grazie alla spinta di alcuni Paesi dell'Unione Europea, la Conferenza ha portato finalmente molte nazioni ad aderire all'obiettivo di ridurre le emissioni, così come formulato nel Protocollo di Kyoto. Il prossimo passo che ci si propone è la ratifica di detto Protocollo entro il giugno 2002.
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Data creazione: 12/11/2001 |
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Ultimo aggiornamento: 14/12/2015 |
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